Kendō Tradizionale

 

Lo studio del Kendō tradizionale differisce rispetto a quello sportivo/agonistico per la maggiore enfasi data allo studio ed all’applicazione dei princìpi e valori legati all’etica della spada giapponese.

 

Una concisa definizione del Kendō è data dalla Federazione Giapponese negli anni '70 e recita che il Kendō consiste in un 

 

"mezzo per disciplinare il carattere umano, attraverso l'applicazione dei princìpi della spada giapponese"

 

Ma quali sono i princìpi a cui si fa esplicitamente riferimento?

 

Se consideriamo la millenaria cultura del guerriero giapponese si possono identificare questi valori nel Bushidō 武士道, ovvero in quella serie di insegnamenti e pratiche che il bushi (guerriero, uomo d'arme) riceveva.

 

La scelta dello stesso nome Ken Dō qualifica sin da subito la disciplina come percorso personale.

 

Mentre l’ideogramma Dō  道 è comune a moltissime discipline giapponesi e ha il significato di percorso personale, la scelta dell’ideogramma Ken 剣, la cui forma antica era 劍 o 劒 non è così scontata.

 

Nel Kendō, infatti, si usa lo shinai (spada in bambù 竹刀  - 竹 dake = bambu   刀  Tō = spada/coltello) che altro non è che la trasposizione inoffensiva della katana 刀, la famosa spada giapponese, leggermente curva, ad un solo tagliente ed impugnata a due mani. 

 

Ma la tipologia di spade ad un solo tagliente rientra cella categoria delle Tō  刀 (spade a un filo, coltelli, in senso lato) e deriva da una spada simile cinese, il dao.

 

Il Ken 剣 è, invece, più propriamente la spada dritta a due taglienti, in cinese Chen, che nel giapponese autoctono è detta tsurugi (1). 

 

Come mai una scelta simile?

 

Perché non chiamare quasta disciplina Tō Dō (non bellissimo, ma più attinente al tipo spada usata), oppure Shinai Kyogi  シナイ競技, così come venivano chiamate alla fine del periodo Edo le competizioni con shinai e protezioni?

 

Come disse il M° Asami Yutaka qualche anno fa durante un seminario a Firenze,

 

una spada con un duplice taglio non è fatta solo per tagliare l’avversario, ma, soprattutto, per “squarciare” il proprio ego”.

 

Se questa interpretazione è valida, si può ben comprendere come sia lontana dall’attuale pratica del Kendō sportivo/agonistico dove l'esaltazione dell'ego, la "campionite" e la vittoria in gara.

 

Molti intendono la desinenza dō, come equivalente a “pratica sportiva”, ma è un gravissimo errore. 

 

 

 

 

 

 

 


(1) Tsurugi è anche uno dei tre tesori (三種の神器 – Sanshu no jingi) che rappresentano la divinità dell’Imperatore giapponese: la spada Kusanagi no Tsurugi (草薙の剣) che rappresenta la virtù del Coraggio,  lo Specchio (Yata no Kagami - 八咫鏡) virtù della Sapienza ed il Gioiello (Yasakani no Magatama - 八尺瓊勾玉)  virtù della Benevolenza

 

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